Il Tribunale di Roma si pronuncia incidentalmente sulla legittimità dei DPCM di gestione dell’emergenza da COVID-19

In un procedimento di convalida di sfratto, il Tribunale di Roma – con ordinanza del 16 dicembre 2020 – si è occupato incidentalmente della legittimità dei DPCM con cui il Governo sta gestendo l’emergenza sanitaria in corso. Nonostante l’oggetto del giudizio non fossero i DPCM, per arrivare alla decisione il Giudice è stato molto netto rispetto a tali atti, arrivando ad affermare che “anche i DPCM che disciplinano la c.d. fase 2 sono, ad avviso di questo giudicante, di dubbia costituzionalità poiché hanno imposto una rinnovazione della limitazione dei diritti di libertà che avrebbe invece richiesto un ulteriore passaggio in Parlamento (…) Si tratta pertanto di provvedimenti contrastanti con gli articoli che vanno dal 13 al 22 della Costituzione e con la disciplina dell’art. 77 Cost., come rilevato da autorevole dottrina costituzionale”.
Tuttavia, vi è da sottolineare che le osservazioni del Giudice del Tribunale di Roma, pur costituendo un precedente di cui occorrerà tener conto, non posseggono l’efficacia e l’autorevolezza delle decisioni della Corte costituzionale, l’unica giurisdizione competente a pronunciarsi sull’incostituzionalità degli atti (legislativi, che autorizzano i DPCM). A tal proposito, si ricorda che il nostro ricorso mira esattamente a ottenere l’accesso alla Corte costituzionale.

Scarica il testo completo dell’Ordinanza del Tribunale di Roma

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